La variegata produzione artistica di Aida Guardai si è evoluta, nel corso degli anni, dalla figura umana al naturalismo conservando, inalterata, una propria impronta espressiva che si rivela del tutto indipendente dalla singola rappresentazione pittorica o dalla specificità della tecnica utilizzata. Se le sue opere più remote si contraddistinguono per la raffigurazione di una serie volti che richiamano l’attenzione dell’osservatore sullo sguardo, inteso nella classica accezione di specchio dell’animo, nei suoi lavori più recenti l’artista tende a cogliere l’animo della natura attraverso le sue manifestazioni tonali, in un alternarsi di gradazioni e di intensità che ha ispirato anche il titolo di questa mostra personale: Ritmi cromatici.
Gli scenari maggiormente caratterizzanti la pittura di Aida Guardai prendono, dunque, vita da un concetto fondamentale che assimila lo spirito umano allo spirito della natura, essenze accomunate da un’unica origine e da un’unica destinazione. L’idea di universalità è rafforzata da un’atmosfera metafisica preminente che sottrae l’intera rappresentazione a un tempo precisabile, ma lasciando cogliere, allo stesso momento, l’irripetibilità dell’istante in un flusso evoluzionistico che ogni cosa trasforma. L’effetto di evanescenza, al quale è affidata l’immagine della temporaneità della condizione universale, e che pervade i dipinti che segnano altresì la cifra stilistica di Aida Guardai, si realizza attraverso colori tenui, tocchi delicati e confacenti nuance, quasi a rendere tangibile il passaggio a una condizione altra.
La realtà percettibile prelude a continui cambiamenti e come tale può rivelarsi illusoria, a volte persino ambigua come l’essere umano, ma anche come la natura stessa che dietro una parvenza di pace può celare un agguato crudele, rivelarsi cinica e pericolosa, un’evenienza che l’artista simboleggia attraverso esseri viventi nascosti tra la vegetazione, pronti a rompere, attraverso azioni fulminee e imprevedibili, quel clima di serenità che identifichiamo abitualmente negli spazi verdi.
La natura si dimostra, dunque, capace d’interpretare sentimenti e, nel suo corso, richiama i fenomeni dell’universo di cui, insieme all’uomo, è parte integrante e il cui spirito va oltre l’esistenza del singolo, per divenire immortale nella sua generalità; una visione, quella dell’artista, che nelle ultime opere si evidenzia nello scorgere le figure umane da forme e colori stesi sulla tela, senza un disegno preliminare, ma realizzando, sul piano simbolico, quella fusione tra l’uomo e l’ambiente che ribadisce il concetto base della sua pittura
Assodato che in natura ogni fenomeno minimale è espressione di un più ampio fenomeno universale, ne consegue che la scena pittorica di Aida Guardai si presenti sostanzialmente priva di gerarchie interne nella collocazione degli elementi, nessuno dei quali sembra prevalere sugli altri. Si tratta di una scelta compositiva supportata da un’equilibrata quanto raffinata armonia tonale, mentre lo sfondo può assumere persino maggiore importanza del soggetto posto in primo piano, in virtù di un approccio raffigurativo tendente a restituire visibilità a quanto solitamente non si vede, perché la bellezza può celarsi nei punti meno appariscenti.
Alcune opere dell’artista campana sono intrise di una forte spiritualità, e basti pensare alla serie dedicata agli angeli, dipinti popolati di figure eteree, messaggeri di luce ai quali è delegata la sopraffazione del male in un mondo fin troppo avvezzo alla sofferenza, mentre la speranza nel futuro è raffigurata da un nascituro le cui forme, ancora indefinite, si generano dal colore stesso costruendo, sul piano metaforico, anche una suggestiva associazione tra creazione artistica e procreazione.
Il ciclo della vita si rinnova, come si rinnova il ciclo dell’arte, con una nuova fase creativa che prende avvio dalla fase che si è appena conclusa, i colori si rigenerano perché lo spirito che li ha animati è immortale, e allora eccoli ricomparire a uno stadio più avanzato. Proprio come l’animo umano, essi s’imprimono di nuove esperienze, di sensazioni che si caricano di intimi significati in un alternasi di entusiasmi e disincanti, perché i colori sono espressioni della natura, i colori sono materia viva e come tale rappresentano le stagioni dello spirito.

Prof. Domenico Raio